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Quando si parla di disabilità nel mondo dei cartoni animati, solitamente non lo si fa in modo realistico. Spesso è nulla più di un'espediente narrativo, un ostacolo per il protagonista (o una motivazione nel caso coinvolga un amico o un parente) il cui superamento però non viene trattato con troppa serietà.
La cecità, temporanea o duratura, rappresenta uno dei "temi preferiti" da questo punto di vista.
Il più noto personaggio dei fumetti/cartoni diversamente abile è, credo, Daredevil.
Solo che nel suo caso, la sua cecità non è realmente invalidante, dato che i suoi superpoteri gli danno percezioni superiori alla norma e consentono di fare a meno della vista (pur con inconvenienti come l'impossibilità di vedere immagini stampate, distinguere colori eccetera).
Personaggio simile è anche Toph, una dei protagonisti di "Avatar: L'ultimo dominatore dell'aria":
Anche se nel suo caso, essendo cieca dalla nascita, l'argomento è affrontato in modo un po' diverso. (Nella stessa serie c'è anche Theo, un personaggio paralizzato dalla vita in giù che però riesce a pilotare una sorta di deltaplano inventato dal padre)
Negli anime "va molto di moda" che un personaggio perda un occhio. Ecco alcuni esempi (Tsubasa Chronicle e Tutor Hitman Reborn):
(Le CLAMP in particolare ne hanno fatto il loro cavallo di battaglia, praticamente quasi in ogni loro fumetto c'è uno o più personaggi privi di un'occhio).
Può capitare anche che per via di questa condizione la vista del personaggio si aggravi gradualmente, portandolo alla totale cecità:
E' il caso di André di Lady Oscar e di Break di Pandora Hearts. In entrambi i casi, i due personaggi fanno una brutta fine.
Anche negli anime comunque esistono personaggi non vedenti che non sono dotati di particolari poteri e riescono comunque a uscire vivi dalla storia, un esempio è Helen, la madre della protagonista di Alpen rose...
Un'altra categoria molto sfruttata sono i personaggi privi di un braccio (e di una gamba).
Edward Elric di Fullmetal Alchemist può contare su una protesi meccanica fantascientifica, ma al contrario di altri manga dove l'evento serve più che altro ad aggiungere un che di tragico/epico al background del personaggio (vedi Shanks di One Piece) la mancanza di braccio è effettivamente un elemento narrativo sfruttato, in quanto Edward necessita di entrambe le braccia per praticare l'alchimia, e quando la protesi va in pezzi si ritrova molto in difficoltà.
Ma quali serie animate PARLANO davvero di diversabilità?
Un esempio di narrazione "realistica" è "A silent voice", basato sull'ottimo manga di Yoshitoki Oima.
La storia di una ragazzina non udente e di un ragazzo che reagisce in modo stupido e crudele di fronte alla diversità (spalleggiato da buona parte dei compagni e anche dall' insegnante, almeno fino a che non gli voltano le spalle nel momento in cui ci sono delle conseguenze), per poi capire i suoi errori.
Credo sia una delle poche serie su una ragazza sorda, se non l'unica.
Abbondano, invece, le bambine in sedia a rotelle.
Come dimenticare Clara di Heidi?
In effetti, nei libri da cui sono tratti molti anime c'era spesso qualche personaggio che era o rischiava di restare paralizzato o zoppo... Heidi, Pollyanna, Il giardino segreto... Non so se sia perché restare "storpi" fosse una specie di incubo ricorrente all'epoca, o se volessero fare riferimento alla storia biblica del paralitico che cammina di nuovo...
Comunque anche negli anime moderni personaggi simili non mancano:
Le condizioni di Nunnally sono un plot point importante in Code Geass. Purtroppo però, come succede spesso, la disabilità in questione narrativamente parlando è più strumentale per il protagonista che per il personaggio disabile. D'altro canto Nunnally è comunque un personaggio più costruito di tanti altri come lei, e alla fine dimostra di non essere là solo per fare da soprammobile strappalacrime, anzi alla fine diventa imperatrice! (con tutta la sedia a rotelle)
Quello della "sorella bisognosa" è un cliché molto abusato. A volte è interpretato da personaggi cagionevoli di salute, direttamente costretti a letto, o appunto paralizzati (solitamente anche molto dolci e generosi per accrescere l'empatia). Personaggi spesso inseriti solo allo scopo di fare da motivatore o da "palla al piede" al protagonista o chi per lui, che non esistono tanto per se stessi ma per costruire il carattere del protagonista e farlo apparire più tragico o tenero agli occhi dello spettatore (o peggio, allo scopo di inserire un po' di facile patetismo senza sforzarsi a costruire decentemente il dramma). Tanto che spesso si era portati a credere che il ruolo di un personaggio diversamente abile in una storia potesse essere solo quello.
A parte Nunnally (nella seconda serie), altri personaggi che "rifiutano" questo ruolo nonostante la disabilità sono Ayase di Guilty Crown:
E Mariko di Elfen Lied (decisamente ):
E che dire di Sylvia di Cross Ange?
(anche se il suo essere costretta in sedia a rotelle è solo un problema psicologico)
Tornando a parlare di personaggi più "normali" (nonostante l'elemento fantasy), una nota di merito va alla duchessa Rainsworth di Pandora Hearts:
Se c'è un personaggio che si trova in sedia a rotelle senza che la cosa venga strumentalizzata o la renda meno capace è lei.
Non sono comunque solo i giapponesi a parlare di queste cose. "Clementine" è una serie francese che sfrutta il fantasy per raccontare la storia di una ragazzina diversabile.
Come ho detto, solitamente questi personaggi sono femminili. A parte il professor Xavier di X-men non mi viene in mente nessun altro personaggio maschile in sedia a rotelle:
Per quanto riguarda handicap di altro genere, come per esempio la disabilità intellettiva, non se ne parla molto nelle serie animate. Tempo fa sono uscite due graphic novel al riguardo, una collaborazione giapponese e una coreana: "Primavera" di Jean-David Morvan/Jito Taniguchi e "L'idiota" di Kang Ful.
Edited by GinestraDeiCarbonai - 11/10/2017, 19:15
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